Uno schermo acceso in una stanza silenziosa. Nasce per il Trentino-Alto Adige/Südtirol un esperimento di «testata» giornalistica online. In un mondo scosso da guerre (anche economiche) e da una tecnologia che corre, spinta dall’Intelligenza Artificiale, proviamo a rimettere al centro il lettore. Il logo richiama lo storico «Der Tiroler» (1882-1914); scriverò in italiano, la mia madrelingua. L’esperimento durerà fino a gennaio 2026, con un tono sobrio, dialogico e attento al mestiere, con l’idea semplice che il lettore venga prima dell’effetto speciale.

Il patto con i lettori

Oggi due cose rischiano di sparire: lo stile personale di scrittura (facile, eh, farsi scrivere i testi da un LLM, la cosiddetta “Intelligenza Artificiale”) e la possibilità di non essere tracciati, spiati, profilati. Mentre avanza un “capitalismo della sorveglianza”, qui faremo il contrario: sperimenteremo più stili e difenderemo l’anonimato — mio e vostro — senza alcun tracciamento. La promessa è semplice: responsabilità nelle scelte, trasparenza nei limiti, rispetto per chi legge. È un patto con la comunità dei lettori: parlare chiaro, senza alzare la voce. Non sono Petronio e voi non siete Ovidio: bene così. Scriverò usando registri diversi, come omaggio alla letteratura e alla curiosità dei lettori. La tecnica sarà il «pastiche»: mescolare modelli espressivi diversi, tenendo ferma la chiarezza. Conta il risultato, non l’esibizione. Ogni testo dichiarerà la propria voce senza travestimenti: un giorno più secco e informativo, un altro più narrativo, sempre con frasi pulite e responsabilità di tono. L’obiettivo è sperimentare: nessuna imitazione servile, anche con la scorciatoia algoritmica. La regola è semplice: la scrittura accompagna, non sovrasta.

Questo è il compromesso che spesso si chiede altrove, per leggere gratis:

“Se accetti l’uso di tutti i cookie di profilazione, noi e 1.034 selezionate potremo archiviare e/o accedere a informazioni sul tuo dispositivo e trattare i tuoi dati personali – inclusi dati di geolocalizzazione precisi e identificazione attraverso la scansione del dispositivo – per finalità di profilazione… pubblicità e contenuti personalizzati, misurazione delle prestazioni, ricerche sul pubblico, sviluppo di servizi.”

Avete presente quando «Repubblica» ve lo chiede con il banner? Proprio quello.

Complimenti? No. Qui si legge senza che nessuno vi tracci o rivenda i dati. Nessun banner invasivo né profilazione. L’anonimato è un patto di fiducia: contiamo su lettori che tornano per scelta, non perché inseguiti da uno script. La privacy è la condizione per un giornalismo che non baratta la fiducia con un clic in più.

L’esperimento è minimale per scelta e per coerenza: 20 USD/anno per la struttura informatica; 40 USD/anno per l’uso di intelligenze artificiali; il resto? Ore di lavoro mie, senza altri collaboratori.

Una barca leggera, dunque: abbastanza agile per evitare dipendenze da piattaforme invasive, abbastanza fragile da richiedere cura quotidiana. Meno orpelli tecnici significa più controllo: se qualcosa non funziona, ve lo dirò; se migliora, sarà perché ho tolto rumore. Ridurre i costi evita vincoli pubblicitari e metriche che trasformano il lettore in target. Trasparenza anche sulle rinunce: niente commenti h24 se non posso moderarli, niente gadget che distraggono dal testo.

Cosa troverete, oltre alla struttura? Un metodo: verifica delle fonti, lingua pulita, distinzione nitida tra fatti e commenti. Nessun processo alle intenzioni, nessuna indulgenza verso gli errori. Qui non si fabbrica indignazione: si maneggia materia civile. Il tono resterà istituzionale ma non ingessato, inclusivo ma senza slogan. Se possiamo spiegare, spieghiamo; se non sappiamo, lo diciamo. Non cerchiamo il click facile. Quando sbaglierò, lo scriverò; quando cambierò idea, lo motiverò. I pezzi avranno una voce riconoscibile ma non autoreferenziale: il punto di vista non sostituisce i fatti.

Certo, si dirà: a che serve tutto questo? All’inizio era una «questione privata», un regalo a MA; poi è diventato un esperimento pubblico. Se ne poteva fare a meno? Sì. Ma non vedo molte iniziative che provino a salvare lo stile e a proteggere l’anonimato con costi dichiarati e un calendario preciso. Non è una crociata: è un laboratorio dove testare voci e leggere senza essere letti da qualcun altro. Se falliremo, ne daremo conto; se riusciremo, avrà vinto il tempo dedicato a capire.

Cari lettori, mi impegnerò a tenere «in piedi la baracca» secondo questo schema: stile riconoscibile, nessun tracciamento, architettura essenziale, responsabilità piena. Spero lo troverete di qualche interesse. A Dio piacendo, pubblicherò fino a gennaio 2026.

Questa è la (nuova) stampa, bellezza – e tu non puoi farci niente!

Der Kreiser in pastiche di Alberto Faustini


PROMPT

Riscrivi un editoriale con la struttura di seguito riportata ma con lo stile di Alberto Faustini che trovi risssunto nella scheda in allegato. “Titolo: Patto con i lettori». Circa 5200 battute spazi inclusi.***

[Trentino-Alto Adige/Südtirol], [oggi], [uno schermo acceso in una stanza silenziosa]. Nasce per il Trentino-Alto Adige/Südtirol un esperimento di «testata» giornalistica online. In uno scenario internazionale sconvolto da guerre (anche economiche) e da un contesto tecnologico in rapido mutamento, spinto dall’Intelligenza Artificiale. Il logo riprende quello dello storico periodico «Der Tiroler» (1882-1914), ci scriverò in italiano, la mia madrelingua. L’esperimento durerà fino a gennaio 2026. In questo momento due sono le cose che rischiano di scomparire: lo stile personale di scrittura (facile, eh, farsi scrivere i testi da un LLM, volgarmente chiamato “Intelligenza Artificiale”) e la possibilità di non essere tracciati, spiati e profilati in rete. Si profila un “capitalismo della sorveglianza”. Qui useremo stili di scrittura diversi e manterremo l’anonimato — mio e vostro — senza alcun tracciamento. Non sono Petronio, ma userò lo stile di diversi autori per i miei articoli… non prendetevela, voi non siete Ovidio. È un omaggio alla vostra abilità di scrittori. Userò la tecnica del «pastiche», che in letteratura significa proprio mescolare registri e modelli espressivi diversi. Un modo per sperimentare, e non lasciare che sia un algoritmo a dettare la forma di ciò che leggiamo. Questo è ciò che i lettori sono costretti ad accettare per leggere senza abbonamento Repubblica: Se accetti l’uso di tutti i cookie di profilazione, noi e 1.034 selezionate potremo archiviare e/o accedere a informazioni sul tuo dispositivo e trattare i tuoi dati personali – inclusi dati di geolocalizzazione precisi e identificazione attraverso la scansione del dispositivo – per finalità di profilazione attraverso le seguenti attività: pubblicità e contenuti personalizzati, misurazione delle prestazioni dei contenuti e degli annunci, ricerche sul pubblico, sviluppo di servizi. Complimenti! Qui leggete senza che nessuno vi tracci o rivenda i vostri dati. L’esperimento, dal punto di vista tecnico, è minimale: • 20 USD/anno per la struttura informatica, • 40 USD/anno per l’uso di intelligenze artificiali, • il resto? Ore di lavoro mie, senza alcun altro collaboratore. Una struttura leggera, fragile ma senza dipendenze da piattaforme invasive. Certo, si dirà: a che serve tutto questo? In prima battuta era una «questione privata», un mio regalo a MA. Poi ho deciso di estenderlo e farne un esperimento. Se ne poteva fare a meno? Sicuramente. Ma non mi pare di vedere in giro iniziative simili. Quindi, cari lettori, io mi impegnerò a tenere «in piedi la baracca» seguendo lo schema di questo progetto. Spero che lo troverete di qualche interesse. A Dio piacendo, pubblicherò fino a gennaio 2026. Questa è la (nuova) stampa, bellezza – e tu non puoi farci niente!