Al liceo Prati di Trento è scoppiato il dramma. E non per una rissa, non per droga, non per un professore maniaco.
No, la tragedia si consuma per una letterina di una studentessa che racconta di vivere in un clima di tensione.
Apriti cielo: la Provincia Autonoma manda gli ispettori come se fosse scattata un’operazione antimafia.
E invece parliamo di un liceo classico che fa quello che deve: far studiare e selezionare gli studenti.
La scuola pubblica non è un centro benessere
Siamo diventati tutti matti? La scuola pubblica la pagano i cittadini, anche il muratore che ha mollato a quattordici anni e non ha figli al liceo.
Pagano le tasse per avere in cambio una classe dirigente preparata, colta, in grado di reggere il Paese.
Non pagano per mantenere un centro benessere dove i ragazzi sorseggiano tisane contro l’ansia.
Se il liceo diventa il parco giochi dell’autostima, il sistema si inceppa. Punto.
Studiare fa male, ma è l’unico modo
Gli studenti devono sudare, rompersi la testa sui libri, reggere le verifiche. Non esiste altro modo.
I Greci lo sapevano: nelle scuole filosofiche non solo studiavano, ma si spaccavano di esercizi fisici.
Non mi pare che si siano mai lamentati del carico. Oppure qualcuno immagina di formare la futura classe dirigente con collettivi di ragazzi che ascoltano musica mistica?
Roba da ridere.
Le mie proposte pratiche
Curriculum dei professori
Gli studenti, invece di piagnucolare, chiedano ai professori il curriculum. Chi pretende disciplina deve avere autorevolezza, non la ridicola patente di ruolo.
Laurea presa in dieci anni con una media da asilo? Bene, fuori dalle balle: che la Provincia di Trento si muova.
Non basta “o’ concorso” vinto per caso, come dicono in Italia, per diventare luminare.Competizione e scelte alternative
Viva la competizione, viva i voti. Se il liceo Prati vi sembra una tortura, cambiate scuola, pagate un precettore, collegatevi online. La scelta c’è. Nessuno vi incatena al banco.Coinvolgere gli ex studenti
Perché non chiamare in causa gli ex studenti del Prati?
Sono avvocati, manager, professori universitari, politici: gente che ha fatto strada, non burocrati in missione ispettiva.Cellulari e social
Tirate fuori le statistiche di uso dei vostri cellulari!
Oltre due ore al giorno a sprecare tempo sui social e a mettere cuoricini? Andate a fare gli influencer di sto cacchio, invece di lamentarvi del carico di studio.
Basta piagnistei
Ora, un messaggio chiaro agli studenti: basta con i piagnistei.
Se siete pavidi che balbettano frasi melense tipo “dietro ogni ragazzino c’è una storia”, lasciate perdere.
Allora la vostra storia sarà scritta nella carta intestata della Provincia, timbrata e firmata: finirete a fare gli ispettori. Auguri!.
Il potere non cade dal cielo
Ma se volete contare davvero, se volete avere potere, smettete di tremare e alzate la testa.
Prendetevi il futuro con la forza delle idee e il coraggio dei filosofi. Ribaltate la scuola.
Il potere non si chiede in ginocchio: si strappa.
E vi avviso, noi vecchi non abbiamo nessuna voglia di mollarlo.
Col cavolo che vi lasciamo lo scettro.
Conclusione
La scelta è semplice: o vi fate il mazzo al liceo, oppure vi accontentate della carriera da ispettori provinciali.
E allora non lamentatevi se il mondo continuerà a girare senza di voi.
Der Kreiser in pastiche di Vittorio Feltri
PROMPT
Prompt operativo:
Scrivi un articolo per un blog online (massimo 5200 caratteri spazi inclusi) adottando il tono e lo stile caustico e diretto tipico di Vittorio Feltri (scheda dello stile in allegato).
Tema: analizzare il caso del Liceo Prati di Trento, nato da una lettera di una studentessa che denuncia un clima di tensione tra gli studenti, fino alla decisione di inviare ispettori per verificare la situazione.
Schema da seguire:
Introduzione/riassunto del caso
Spiega in sintesi la vicenda della lettera della studentessa e la conseguente ispezione provinciale.
Aggiungi considerazioni critiche e personali, nello stile di Feltri.
Critica all’impostazione della vicenda
Evidenzia perché tutta la questione appare assurda:
a) La scuola pubblica, finanziata dalle tasse di tutti i cittadini, ha lo scopo di formare (nel caso del liceo classico) la futura classe dirigente. Anche chi non frequenta o non ha figli paga, quindi il sistema deve restituire competenza e valore all’intera collettività.
b) Giusta la selezione: se il benessere dello studente diventa l’unico obiettivo, il meccanismo educativo e sociale si inceppa.
c) Sul presunto carico eccessivo di studio: ricordare che i Greci facevano esercizio fisico nelle scuole filosofiche; non esistono scorciatoie allo studio, a meno di non immaginare ridicole alternative come collettivi di meditazione con musica mistica.Proposte provocatorie e caustiche
Gli studenti chiedano il curriculum dei docenti: autorevolezza prima dell’autorità. Se i professori hanno voti mediocri e lauree strappate in dieci anni, la Provincia di Trento deve intervenire. Non basta un concorso per insegnare bene.
Bene la competizione e i voti; se l’offerta pubblica non basta, meglio un precettore, un altro istituto, o persino la didattica online.
Coinvolgere gli ex studenti del Prati (oggi avvocati, professionisti, manager, politici) nella vita della scuola.
Tirate furi le statistiche dei vostri cellularei: quanto tempo sui social a mettere cuoricini?.
Chiusura nello stile di Feltri
“Mandare a quel paese” gli studenti pavidi che si rifugiano in frasi consolatorie.
Augurare invece a chi ha coraggio di prendersi il futuro con le idee e la forza, oppure accontentarsi di fare gli ispettori provinciali.
Monito finale: se i giovani non si prendono il potere, resterà saldo nelle mani della vecchia classe dirigente, che non ha alcuna intenzione di mollarlo.
Tono: diretto, caustico, irriverente, provocatorio, con uso di espressioni crude ma non volgari fuori contesto.
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